
Oggi parliamo di una sindrome poco conosciuta perchè non molto frequente, ma visto che quando succede il proprietario entra immediatamente nel panico è bene conoscerla e saperla riconoscere.
Si chiama Cold Tail, ovvero coda fredda (ma a volte è chiamata anche Dead Tail, coda morta), e si tratta di un evento non particolarmente preoccupante. Vediamo di cosa si tratta.
Come riconoscerla?
La “coda fredda” si presenta principalmente in queste due forme:
Nella foto a sinistra il cane riesce a sollevare parte della coda, ma generalmente non ci sarà alcun movimento. A destra invece la coda è bloccata in quella posizione, è rigida e non scodinzola in nessun caso (anche se gli altri segnali corporei ci mostrano che il cane è felice).
Cause
Non si conoscono le cause precise e non c’è una razza particolarmente colpita. Si verifica con maggiore frequenza in Labrador, Beagle, Setter e Pointer, ma tutti i cani possono essere colpiti.
Si verifica generalmente dopo un bagno freddo (in mare ad esempio), ma anche in inverno con piogge molto forti. Ciò che accade è che uno spasmo dei muscoli che muovono la coda, impediscono il movimento causando un forte dolore. A causa del raffreddamento della parte interessata ogni movimento risulta doloroso, e il cane tende a tenere la coda immobile.
Si tratta di un evento passeggero (qualche giorno al massimo), e in alcuni casi è stata riscontrata anche in “cani da lavoro” dopo un eccessiva attività fisica.
Come comportarsi
Come dicevamo prima si tratta di un evento non particolarmente preoccupante e passeggero. Il cane potrebbe avere dolore intenso alla base della coda, e quindi essere riluttante al movimento. E’ importante non manipolare eccessivamente la coda in alcun modo, e se del caso portarlo a fare una visita dal veterinario.
Se il dolore è eccessivo si potrà infatti somministrare un anti-infiammatorio per accelerare il processo di guarigione. Anche senza un intervento esterno il problema tende comunque a risolversi autonomamente dopo qualche giorno.
Non somministrare mai medicinali ad uso umano senza aver consultato un veterinario. Il “fai da te” in questi casi è caldamente sconsigliato, per evitare di creare ulteriori danni.